Un protocollo unico e sorprendente nel raggiungere risultati mai visti finora nel trattamento delle cicatrici di gravi ustioni. A rappresentare una svolta epocale nel trattamento è il protocollo Biodermogenesi®, il risultato di una ricerca iniziata nel 2006, frutto dell’intuizione di un gruppo di ricercatori fiorentini, presentato nel corso del primo Congresso dell’”Associazione Lilli Lorusso – Mano nella Mano”, presieduto dal dr. Giovanni Alberti, e della settima edizione delle “Giornate Siciliane di Medicina Estetica”, che hanno visto come presidentessa la dott.ssa Eliana Lanza.
La testimonianza di Maria Antonietta, bruciata dall’ex marito
A dar testimonianza del trattamento e dei suoi benefici è Maria Antonietta Rositani, donna vittima di violenza da parte dell’ex marito che nel 2019 la cosparse di benzina e le diede fuoco, procurandole ustioni sul 75% del corpo. Maria Antonietta sfoggia adesso il suo splendido sorriso accanto a chi l’ha aiutata e supportata nella sua nuova rinascita.
Prof. Busoni: “Trattamento offerto a chi ha subito traumi importanti”
“Un progetto nato per offrire una terapia gratuita a tutti coloro che hanno avuto traumi importanti, dalle donne e bambini vittime di violenza, a persone con delle cicatrici invalidanti che danno dolore cronico, penalizzandone la qualità della vita”, così spiega il professor Maurizio Busoni, ideatore responsabile del progetto Biodermogenesi e docente presso sette università in Italia.
“Offriamo loro il supporto a titolo interamente gratuito grazie a una tecnologia sviluppata interamente in Italia che si chiama Biodermogenesi. Questa avviene con la collaborazione di un centinaio di medici che operano su tutto il territorio nazionale, così da soddisfare le esigenze di qualsiasi paziente che si trovi nel Paese, da nord a sud. Riusciamo a rigenerare il tessuto cutaneo, dando dunque un aspetto estetico migliore ma soprattutto riducendo il dolore provocato dalle cicatrici. Lavorare con questa tecnologia, inoltre, permette di ridurre le fibrosi permettendo di recuperare una mobilità corretta, molte volte assolutamente comparabile a quella di una persona sana, con un grosso vantaggio rispetto al punto di partenza”.
Il protocollo in Sicilia
E sul protocollo attivo anche in Sicilia, aggiunge: “Sono molti i professionisti siciliani che hanno aderito a questa iniziativa nel momento in cui dovesse presentarsi una donna con un ustioni provocate da violenza. L’aggressione a donne, sia con il fuoco che con l’acido, è estremamente ricorrente. Se così fosse, siamo in grado di darle il massimo supporto possibile”.
Articolo scritto da Redazione PL e pubblicato su palermolive.it